Storie (belle) di tutti i giorni
Mirella ha 55 anni e lavora al call center Almaviva per conto di Eni retail. Si alza ogni giorno all’alba e prende un treno per arrivare al suo posto di lavoro, finché questo posto c’è. Anche ieri ha preso un treno, poi un bus, ha lavorato otto ore, si è rimessa su un bus diretto alla stazione.
Alle quattro e mezzo del pomeriggio il 101 si riempie velocemente. Mirella è in piedi, non c’è posto. È stanca, stretta in mezzo alla calca, qualcuno preme dietro di lei. Ma è troppo stanca per farci caso. A un certo punto qualcuno le bussa sulla spalla, è un ragazzo straniero, si è alzato e le ha ceduto il suo posto accanto ad un amico.
Mirella si siede mentre il 101 continua a percorrere lentamente via Libertà. Poi si accorge che sta accadendo qualcosa di strano. Incrocia lo sguardo del ragazzo che le ha ceduto il posto e lui annuisce. Ci sono due ragazzi poco dietro, l’aspetto normale e uno zainetto. Furtivamente infilano le mani dentro le borse e le tasche, approfittando della confusione. Mirella guarda ancora quel ragazzo e dal suo sguardo capisce che si è alzato e l’ha fatta sedere per evitare che anche lei fosse vittima del borseggio.
Mirella non ha il tempo di fare nulla, i due ladruncoli sono già scesi. Ma ieri sera è tornata a casa felice. Perché quel ragazzo di colore cedendole il posto ha dimostrato molto più coraggio di tanti altri che si voltano dall’altra parte. Forse è una storia banale, ma nel grazie silenzioso di Mirella a questi due giovani stranieri e nel rimpianto di non avere chiesto i loro nomi c’è ancora un filo di speranza. E di umanità.
pina
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brava Stefi un grande abbraccio <3
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