Quando il ricordo non basta
Quel 23 maggio lavoravo. Ancora studentessa, mi ero cercata un lavoretto prima dell’estate perché volevo il motorino nuovo, stanca di condividere con mio fratello quello in comune. Lavoravo in fiera, hostess-venditrice in uno stand. La fiera era stata inaugurata quel giorno, faceva caldo, era sabato. Noi avevamo i nostri tailleur blu, le scarpe coi tacchi, il sorriso stampato. Era la Fiera del Mediterraneo di tanti anni fa, non quella sbiadita di oggi. E c’era un sacco di gente, tanta, tantissima. Quando a un certo punto i viali si svuotarono, le notizie arrivavano a singhiozzo, non avevamo una tv e non c’erano ancora i telefonini. Era successo qualcosa in autostrada, non si capiva bene cosa. Seppi molte ore dopo che lungo quell’autostrada era stato ucciso dalla mafia Giovanni Falcone, insieme con sua moglie e gli uomini della sua scorta.
A quei viali improvvisamente vuoti della Fiera del Mediterraneo ripenso ogni anno, ogni 23 maggio. Come se quel fuggire a casa davanti all’attentato fosse in quel momento la risposta impaurita, spiazzata davanti a qualcosa di tanto grande.
A distanza di 24 anni ogni anno guardo alle celebrazioni con distacco. E non perché la memoria non sia importante, non perché ai giovani non vada spiegato, non perché credo che quelle – e tante altre morti – siano state vane. Ma perché credo che onorare la memoria di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli altri morti meno celebrati lo si debba fare tutti i giorni, nelle piccole cose, nelle vite di ciascuno.
Per la mia terra non voglio manifestazioni, convegni, parole quando c’è chi ancora calpesta i diritti elementari come quello al lavoro, c’è chi fa quotidianamente leva sul ricatto, c’è chi cerca il compromesso e le scorciatoie, c’è chi non fa il proprio dovere con scrupolo e coscienza. Chi ruba, chi ammazza, chi stupra donne e bambini. Chi non ha rispetto per le idee, il lavoro, i sentimenti degli altri. Chi non sorride mai a un estraneo e chi non ascolta mai i propri bambini e la loro semplice ingenuità. Chi pensa di avere solo diritti e mai doveri. Chi mortifica ogni giorno questa città e questa terra. Ecco, se tutto questo riuscissimo a cancellarlo impegnandoci tutti nel piccole delle cose quotidiane, forse la memoria di Giovanni Falcone verrebbe onorata un po’ di più.