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Le ovaie sono mie!

Generalmente gli indignati da tastiera e le sollevazioni del web li scanso come la peste. Per quel vecchio vizio di non uniformarmi al pensiero dei più. Oggi però questa storia del fertilityday, di una campagna promossa dal Ministero della Salute sulla fertilità mi fa sinceramente girare le ovaie. Perché se ho 46 anni e non ho avuto un figlio saranno innanzitutto fatti miei. Sarà legato alle mie scelte di vita, giuste o sbagliate che siano state. Sarà legato alla fortuna (o meno) di avere incontrato il padre dei miei figli, perché sì sono all’antica e i figli per me li fanno ancora un padre e una madre che (almeno in quel momento) si amano.

Che “la bellezza non ha età ma la fertilità sì”, lo so da me, caro ministro. Lo sa perfettamente il mio orologio biologico che ticchetta peggio di una bomba ad orologeria. E no, la fertilità non è un bene comune, è mia. Al massimo della coppia, dove una coppia c’è.

Forse a chi al ministero ha pensato questa campagna (pagata con i soldi miei e di tutti) sfugge una cosa quando in un altro slogan dicono “Genitori giovani. Il miglior modo per essere creativi”: siamo il Paese europeo con uno dei più alti tassi di disoccupazione giovanile, forse sarebbe meglio invitare i giovani a usare il preservativo non a fare figli come conigli. Non almeno finché viviamo in un mondo che non dà opportunità vere ai giovani. Un Paese in cui un ministero mi continua a parlare di “politiche intersettoriali e interistituzionalità” invece di usare parole ben più concrete come asilo, welfare, lavoro. Perché è facile dire interistuzionalità (che il correttore di word sta impazzendo), nessuno ti chiederà mai il conto. Se dici lavoro, qualcuno prima o poi potrebbe anche incazzarsi.  

E no, non me ne frega niente che sia una campagna maschilista. Non è nemmeno questo il punto. È una campagna che entra in una sfera privata e personale in cui non ci sono solo gli aspetti sanitari ma ci sono aspetti umani, personali, sociologici e responsabilità dello Stato. Che non si possono nascondere dicendo “prepara una culla per il tuo futuro”.

p.s. alle 16,22 il sito della campagna www.fertilityday2016.it non si apre, né arrivandoci dal sito del ministero, né attraverso Google. E non si apre per diverso tempo, non per pochi minuti. “Access denied”. Quando si apre c’è solo un cuore con uno spermatozoo che entra e una scritta sotto “Fertility day 22 settembre”. Almeno se spendete i miei soldi fatelo meglio.

 

scritto per diPalermo.it


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