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La truffa degli operai con la Coca Cola

Gli operai della pubblicità della Coca Cola sono una truffa! Quello fighissimo che fa una pausa, si toglie la maglietta e spunta una famiglia di tartarughe, stappa una diet coke e beve di gusto. O l’altro, il giardiniere, quello a cui trent’anni dopo le stronzette fanno rotolare una lattina e quel poveraccio appena la apre si fa una doccia, è costretto a togliersi la maglietta… e il regista a inquadrare la cintura, costretto anche lui.  Ecco, questi sono una truffa bell’e buona. Perché amiche mie, diciamocelo, a noi uno così per casa a rifare il bagno o potare le rose non c’è capitato mai.

Che è una truffa te ne accorgi quella mattina mentre sei sotto la doccia e, some sempre, suona il telefono. Scappi come sei e vai in cucina, senza ricordarti che nell’appartamento di fronte ci sono gli operai. Alzi le sguardo e uno sta proprio lì, sul balcone. E tu sei appena uscita dalla doccia.

Racconti la cazzata alle amiche e per una mezz’ora buona la chat si trasforma in discorsi da osteria fra maschi. Perché sì anche le donne facciamo discorsi da osteria, però noi li facciamo indossando tacchi 12. E le amiche, per consolarti, ti dicono: vabbè, magari era come quello della Coca Cola.

E no! Non era come quello della Coca Cola. E non lo erano tutti quelli che per mesi hanno ristrutturato l’appartamento di una, e non lo era quello che ha rifatto il bagno da un’altra, e non lo era quello che ha rimesso i mattoni della terrazza di un’altra. Solo una ha avuto l’esperienza mistica del giardiniere figo “però non si poteva sentire parlare”. Perché noi li vogliamo pure che sappiano parlare. Poi dice le truffe…

 


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