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Bottura e la lesa maestà dei siciliani

Da due giorni su Facebook continuo a leggere critiche a Massimo Bottura. Lesa maestà da parte dello chef numero uno al mondo che, a Palermo per la festa de Le Soste di Ulisse e durante un dibattito (non mentre stava ai fornelli), ha dato dei pigri ai siciliani, incapaci di comunicare le tante belle cose che nell’Isola ci sono, sul piano enogastronomico e non solo.

In effetti Bottura ha sbagliato, devo ammetterlo. Perché non siamo pigri, siamo stronzi. Non è per pigrizia che sbagliamo. Ma sbagliamo quando non siamo capaci di ammettere gli errori. Quando produttori, aziende, chef e piccole e medie realtà non si affidano a professionisti per comunicare quello che fanno. E spesso è molto bello quello che fanno ma nessuno lo sa. Quando i professionisti della comunicazione si arroccano su vecchi modelli e non tentano di aggiornarsi, di stare al passo con i tempi, di studiare e capire come usare nuovi strumenti con un approccio professionale.

Ma come dire oltre il danno la beffa: perché non solo sbagliamo ma ci incazziamo pure quando qualcuno ce lo fa notare. Perché se è vero che le generalizzazioni sono sempre povere di ragioni, è vero pure che non sappiamo mai metabolizzare una critica e imparare da questa ma gridiamo allo scandalo, feriti nell’orgoglio di chi si sente sempre migliore. Che vi sareste incazzati meno se Bottura avesse toccato il culo a vostra moglie, insomma. Facendo passare in secondo piano il parere di uno chef sul referendum, che ci sta invece – questo sì – come il cavolo a merenda.


Commenti (2)

  • Luigi

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    Noi siciliani non siamo pigri, siamo flemmatici.

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  • Giuseppe rappa

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    Confermo. Condivido il contenuto, apprezzo il testo, mi diverte la lettura e cercherò di leggerti ancora!!!

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