Pane di casa vs ostriche e champagne
In anni e anni di studio attento e minuzioso, è stata individuata una tipologia di uomo che sulla carta sarebbe perfetto ma in realtà scartiamo subito: il pane di casa.
Lo conosci per caso o lo osservi da lontano da mesi, poco importa. Appena lo avvicini e apre la bocca inizia a lanciare indizi sulla sua vita che qualunque madre di donna single e attempata ricomincia a sperare: buona posizione, mai sposato, educato, intelligente. Di quelli che buttano l’immondizia senza che glielo devi chiedere, che ti aprono lo sportello, che cucinano (il che presuppone che facciano anche la spesa), che sanno rifarsi il letto e caricare la lavastoviglie (in alternativa lavano i piatti). Si alza e si toglie il piatto senza aspettare, ha più di due libri sul comodino, ama il calcio senza esserne ossessionato. Se fuma ti chiede il permesso, fa battute ma senza mai esagerare. Sa pure i congiuntivi, oh!
Ecco, tu lo guardi e dici: perfetto, no? No, perché è pane di casa. È talmente semplice, rassicurante, genuino che ti ricorda il pane, quello appena sfornato. Buono per carità, buonissimo. Ma vuoi mettere con ostriche e champagne? Che poi si sa che le ostriche possono fare malissimo, ma chi non si lascia tentare? Perché il pane è la prima cosa a cui pensi quando hai fame ma non ti affascina mai in una serata davanti alla tv, quando ti ordini la pizza. Perché il pane sazia, ma il sushi è lo sfizio. Perché non ci toglieremmo mai il pigiama di dosso per andare a comprare il pane (al massimo scongeliamo quello in freezer, in caso di emergenza) ma per una fetta di torta, la nostra preferita, ci vestiamo, ci trucchiamo e ci facciamo pure qualche chilometro. Perché quando perdiamo la testa non abbiamo mai fame ma è più voglia di qualcosa, come diceva quella ad Ambrogio. Che se proprio devo ingrassare, voglio tutte le porcherie del mondo, ecco!