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Quei regali da farsi

Non mi piace guidare, ma se devo farlo preferisco essere da sola. Attraversare la Sicilia alla guida e farmi prendere, ad ogni bivio, dal desiderio di cambiare percorso, farmi attrarre da altri luoghi, altri paesi, altro.

Arrivo a Riposto con il cielo grigio, l’Etna è là, incombe anche se non si vede, coperto dalle nuvole. Percorro questi viali immersi nell’agrumeto, la casa rossa in fondo.

Zash. Il nome volutamente ricorda il suono del vento che dal mare sale attraverso le foglie. Il desiderio è quello di far sì che l’ospite possa immergersi nei suoni e nei profumi della campagna, senza interferenze esterne. Così sono nate anche tre suite in vetro, cubi trasparenti calati fra arance, mandarini e limoni, nascosti dalle siepi. In tutte le camere, dieci in tutto, vetro e pietra lavica convivono, gli elementi di design non contrastano con la storia.

Nel vecchio palmento, dove avveniva la pressatura dell’uva, c’è ancora il torchio, grande, imponente. Qui è stato realizzato il ristorante affidato al giovane chef Giuseppe Raciti. Nella bottaia è stata realizzata la spa con una vasca in pietra lavica, sauna, bagnoturco. Sopra le camere sembrano sospese a mezz’aria, il tetto di travi racconta ancora il passato.

Mi fermo meno di ventiquattr’ore ma bastano per sentirmi a casa, per essere felice di non avere deviato lungo il percorso. Perché da Zash l’accoglienza non è solo una parola, un concetto astratto. È cura del dettaglio, è un sorriso sempre pronto, è una continua scelta sapiente per coccolare gli ospiti. 

Basta un attimo a cancellare il rimpianto di non condividere quest’esperienza con una persona speciale. Un attimo per realizzare che Zash è un regalo da farsi con le amiche, per un fine settimana o un pomeriggio alla spa. O da fare a se stesse, un libro in valigia e la cucina di Giuseppe Raciti per volersi bene. Un regalo che vi consiglio di farvi.

Foto: © Alfio Garozzo photographer


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