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Pippo, il beagle che capisce l’antifona

di Ennio Tinaglia

Da due giorni non faccio altro che ripeterlo a mia moglie: “Che ci costa? Mandiamo questo copione ad un regista, magari gli piace”. È per via del trattamento sanitario al quale è sottoposto Pippo, il mio delizioso beagle, in questi giorni.

Prevede, oltre a due pillole al mattino ed una alla sera, gocce per gli occhi e gocce per le orecchie. Le gocce per gli occhi, vanno messe a distanza di 10 minuti le une dalle altre. E tutto questo, per tre volte al giorno. Mattina, mezzogiorno e sera. Voi capite bene che razza di impegno comporti tutto questo.

Bisogna essere in due, perché Pippo non gradisce molto queste amorevoli cure e quindi ci vuole uno che lo tiene (che sarei io) e l’altra, Patty, che inocula le medicine. Naturalmente, dopo che lui si è fatto prendere. Certo, perché appena capisce l’antifona, si va a piazzare sotto il letto e prenderlo da lì non è affatto facile.

Che poi “l’antifona” è fatta da tante cose. Tipo mia moglie che armeggia nello scaffale delle medicine o che solo lo apre. Naturalmente sono state bandite del tutto frasi come “Mettiamo le gocce a Pippo?”

Tempo fa vi ho raccontato che, in questi casi,  non funziona più neppure il dialogo criptato, come “sei pronta per la terapia al quadrupede?”, tanto che l’ultima volta che ha avuto bisogno di cure, io e mia moglie c’eravamo ridotti a comunicare con i famosi “pizzini”. C’era sembrata una strategia vincente, ma ora si va a nascondere basta che uno si metta una penna in mano.

Comunque, ad oggi, io e Patty comunichiamo con sms e speriamo che duri. Infine: oggi che ritardavo ho telefonato e chiesto a mia moglie: “pensi di cavartela da sola col peloso?”. Insomma, parlavo come se fossi intercettato, giusto per darvi un’idea… “Ci provo”, ha detto. Quando sono rincasato però ho sentito uno strano silenzio. Come se in casa non ci fosse nessuno. Mi sono pure preoccupato. Poi, quando sono entrato in camera da letto, ho visto due piedi che uscivano da sotto il letto. Erano di mia moglie. Sussurrava: “Dai Pippetto, ti prego, da bravo, facciamo una sorpresa a papà”.

Ed io gliel’ho ripetuto: un regista, ci vuole un regista.


Commenti (1)

  • mariasabrina D'elia

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    Prerogativa di beagle, il che vuol dire tanto, l’antifona la captano a distanza, sarà una strana trasmissione delle particelle nell’aria, il mio beagle, Leo, appena avvertiva il rumore della plastica che avvolge il cotone idrofilo, capiva l’antifona e scappava a cuccia, dietro le porte e si metteva quell’espressione da vittima predestinata, una vera e propria impresa fargli le punturine, tremava lui , tremavo io che assistevo impietrita a questo rito. Le goccine nelle orecchie poi erano una vera lotta .Leo la sapeva lunga leggeva anche il labiale…..non avevo pensato agli SMS…..e già…..!!!!
    CaroPippo sei grande

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