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in my dreams

Catalogo di maschi moderni

di Silvielle

Tra i 35 e i 45, lavorativamente indipendenti, con o senza figli. Sono le single di ritorno. Perché lasciate, perché hanno lasciato, perché vedove. E passato il momento di lutto, la fase dove si mangia sul divano con un pacco di kleenex accanto, si prova a rimettersi in gioco, a farsi coraggio, per convincersi che si ha ancora qualcosa da dare. E li se ne iniziano a vedere di tutti i colori. Qualche esempio?

1) il separato depresso. Esci e ti parla della moglie, di quanto lo massacri economicamente, di quanto poco vede i figli, che non ce la fa… E tu guardi l’orologio e dici che hai dimenticato l’appuntamento dall’estetista, pagando la tua parte di conto ovviamente perché non vorresti infierire ulteriormente sul poveretto.

2) il single piacente senza moglie e senza figli. E alla prima uscita capisci perché nessuno se l’è preso finora. Un concentrato di egocentrismo, quelli che se fai cadere una briciola sul sedile dell’auto immacolata gli prende una crisi isterica che tu, femmina fertile, neanche nel peggiore pre ciclo hai mai avuto. E al primo semaforo, con una scusa, scendi.

3) I finti intellettuali. Quelli che ti parevano pure interessanti ma ignorano che Mark ormai ci sputtana tutti. Così, da un rapido sguardo alla sua bacheca scopri che posta aforismi, foto del gatto e il posto più intellettuale dove si è taggato è Frattocchie mentre mangia la porchetta. Lo saluti con una frase di Paulo Cohelo.

4) il finto libero. Quello che al secondo incontro scopri che ha già una moglie, una ex moglie, un’amante, un cane con una, un gatto con l’altra e con la scusa che non sei amante dei canarini li saluti cordialmente.

5) il giovane salutista. Carino, più giovane (e suvvia, siamo moderne!), bel fisico…ma che appena ti siedi a tavola capisci che non può andare. Ordina petto di pollo alla piastra e riso in bianco. E mentre tu mangi una pasta e bevi coca cola gli parte il sermone. Sulle farine bianche, che sono veleno, sugli zuccheri chimici, ecc. E ti viene da dirgli che la patata è senza glutine ma che a questo punto per coerenza la darai a un vegano.

6) il troppo convinto. Quello che dopo dieci minuti sei la donna della sua vita, metterebbe su casa, farebbe dei figli. E tu ancora non ti ricordi come si chiama…

Insomma è durissima… Ma che vado cercando? Me lo chiedo spesso e la risposta, forse banale, è questa. Qualcuno con cui ridere a crepapelle, essere se stessi, parlare senza filtri, che sia il burro sul mio toast e che non scopi alla missionaria. Che ad occhio e croce sono i motivi che mi hanno spinto a ribaltare la mia vita.


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