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W Palermo e W Santa Rosalia

Ieri sera sono uscita dalla redazione che era già buio, come ogni sera. Ma ieri non era una serata normale. Era la sera del Festino, della Santuzza, della devozione dei palermitani alla patrona, di questa festa fra sacro e profano che rasenta l’idolatria.

Mentre cercavo di allontanarmi dal caos li osservavo, questi palermitani. Famiglie intere, nonni e bambini al seguito, sedie pieghevoli sotto braccio, bermuda e canottiere. Si incamminavano verso il Foro Italico, per aspettare sul prato (trasformato in una grande panineria all’aperto) i fuochi d’artificio mentre ancora il carro percorreva il Cassaro. Altrove decine di terrazze illuminate e balconi aperti, vino e finger food, abiti eleganti per assistere allo spettacolo dall’alto.

Sono le due facce della stessa città. Quella popolare che sceglie le sedie di plastica, il panino con la meusa, calia e simenza e babbaluci sulle bancarelle e quella che le stesse cose le “ripulisce” dentro gli attici e fa diventare trendy la cucina popolare.

È la stessa città che mentre invoca la Santuzza e, immancabile, insulta il sindaco di turno per il traffico o la munnizza, si scorda che in questa terra ci vive. E che se le cose non funzionano i primi responsabili siamo tutti noi.

È responsabile chi parcheggia in doppia (terza e magari quarta fila). È responsabile chi butta il sacchetto quando il camion e già passato (e non ripasserà prima di 24 ore) e chi accanto al cassonetto deposita divani e materassi. È responsabile chi arriva al Pronto soccorso e spacca tutto perché pensa di essere più malato degli altri in coda. È responsabile l’autista dell’Amat che prende uno stipendio ma il giorno della partita dell’Italia è, casualmente, malato. È responsabile chi paga il parcheggiatore abusivo e non gli fa ciaone con la mano. È responsabile chi chiede un aiutino anche solo per non fare la fila in un ufficio pubblico. È responsabile chi vede violenza e malaffare e non parla.

È responsabile anche chi ci governa, per carità, ma il diritto a rivendicarlo lo avremo solo quando tutti potranno dire di avere la coscienza a posto. Altrimenti è una commedia buffa e basta.


Commenti (2)

  • salvatore monti

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    Hai perfettamente ragione, ma non tutto il mondo è paese, noi di fuori non siamo di meno, a fronte di dieci che rispettano, quasi tutte, le regole; ve ne sono novanta che assolutamente non vogliono.

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  • Angelo

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    Ma cambiera’ questa mentalita’?

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