Mark e le sue torture
Perché Mark abbia deciso di complicarci la vita io non lo so, onestamente. Come se provasse un gusto sadico a tormentarci. A ogni novità su Facebook mi pare che aggiunga una piccola tortura.
Che tu stai lì a cazzeggiare con un tizio (o una tizia). Cazzeggi, nient’altro. Ma Mark a un certo punto decide di farti vedere anche quanti secondi prima si è collegato, il tizio (o la tizia). Non giorni, ore, minuti. No, i secondi. A me è successo domenica scorsa con l’ultimo aggiornamento: io non l’avrei nemmeno fatto, io odio gli aggiornamenti, mi pare sempre che debbano farmi prendere chissà quale virus e fare esplodere telefono, tablet, computer e magari la lavatrice, nel caso avessi sincronizzato pure quella. Cosa che per errore potrei avere fatto, sia chiaro.
Fatto sta, che dopo quest’ultimo aggiornamento che il mio telefono ha fatto in totale anarchia e senza consultarmi prima, vedo di ognuno dei miei contatti con la massima precisione quando si sono collegati. Lo scopri per caso, riaprendo l’ultimo messaggio. E allora non si capisce perché nelle nostre teste scatta questo meccanismo perverso del sapere con esattezza, al secondo, quando il tizio (o la tizia) ha chattato l’ultima volta. E ti fai delle pippe mentali infinite: ma era solo collegato o stava proprio chattando? E con chi? E di cosa? E che si saranno detti (pardon, scritti)? Ma magari era suo fratello o quel lontano parente d’America di cui mi ha parlato… o forse proprio quella zoccola che mette sempre un like a tempo di record? Che insomma, ti senti un po’ psicopatica.
Poi ci pensi un attimo e dici: ma che me ne frega? Ti dici che questa smania di controllo è assolutamente inutile, che a te in fondo del tizio (o della tizia) non te ne frega assolutamente nulla, che chattasse con chi vuole e ci facesse pure un figlio on line. Solo che già il caffè ti è andato di traverso.
P.s.: Io non lo so se Mark abbia capito con chi ha a che fare a questo mondo, o se semplicemente io dopo due giorni ho smesso di guardare il telefono al secondo (perdendomi questi preziosi dettagli). Ma io i secondi passati dall’ultimo collegamento non li vedo più. Per fortuna.