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keep calm

Piccolo prontuario di parolacce terapeutiche

Io lo so che non sta bene dire le parolacce, non si fa. Però. C’è un però. Ci sono quelle parolacce che sono terapeutiche, quelle che io insomma chiederei di inserire nei prontuari farmaceutici e magari che venissero pure passati dalla mutua. Sono liberatorie, evitano che le cose ti restino sullo stomaco e lì a macerare per giorni. Io ne ho fatto pure un piccolo elenco, tipo un armadietto con i farmaci indispensabili. Pure con le indicazioni terapeutiche.

  • Vaffanculo: è un po’ come il nero, sta bene su tutto. E sfina. Altro che se sfina. Ti permette di liberarti di tutti i rospi che hai nella pancia, di tutte le parole che non hai detto, di tutte le cattive azioni che hai ricevuto e mai ricambiato. Ricambiandole con un sonoro vaffanculo è sicuro che starete meglio.
  • E ‘sti cazzi: va benissimo quando il vostro interlocutore da ore vi ammorba, vi racconta cose di cui non ve ne frega nulla, vi fa vedere sul telefonino il video di suo nipote (che non conoscete, perché a stento conoscete lui) e voi sopportate in silenzio. Consigliato anche quando qualcuno pensa che vi sta illuminando con verità assolute che invece sono clamorose minchiate. Il sovradosaggio rischia di farvi passare per snob.
  • 800A: per il non palermitano non sarà facilissimo capirlo ma è forse la parolaccia più liberatoria, assimilabile al vaffanculo ma ancora più dirompente. 800A è la scritta che trovate spesso sui muri di Palermo e nasce nel tentativo di correggere una S in otto, una U in zero, una C in un altro zero. La A quella è e quella resta. Ecco quando a qualcuno dite 800A (o ancora meglio nella versione originale) è un cocktail di Gaviscon, Maalox e bicarbonato ben shakerato. Che vi fa stare subito meglio.  Se detto in faccia al destinatario la guarigione è immediata.

Ps: Post non prescrivibile a bacchettoni e benpensanti di professione.  😀 Ditela anche voi una parolaccia ogni tanto, non può che farvi bene!


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